Sono approdati nella Quarta commissione presieduta da Maria Bosin (Patt) i disegni di legge 1 e 2 della diciassettesima legislatura, rispettivamente di Lucia Coppola (Verdi-Sinistra) e Luca Guglielmi (Fassa). Le audizioni per il primo ddl, istitutivo del servizio di psicologia di base, verranno svolte congiuntamente con quelle del ddl 13 depositato alla fine della scorsa settimana a prima firma di Paola Demagri (Casa autonomia) in vista di un’eventuale integrazione dei testi. Il ddl 2, invece, interviene con alcuni interventi semplificativi sulla legge 7 del 2009, istitutiva del Consiglio provinciale dei giovani.
Ddl 1, audizioni congiunte con quelle del ddl 13
In apertura dei lavori di stamattina, la consigliera Lucia Coppola ha presentato il ddl 1. Ha citato un’indagine condotta da Ipsos su un campione di 30.600 persone di età compresa tra i 18 e i 74 anni in 16 Paesi dalla quale risulta che l’Italia, insieme al Giappone, presenta la più bassa percentuale di persone che avvertono uno stato di pieno benessere mentale: solo il 18% del campione dichiara uno stato di pieno benessere, un dato in calo rispetto allo scorso anno (20%). La consigliera ha fatto riferimento ai bisogni assistenziali in ambito psicologico divenuti ancora più evidenti in seguito alla pandemia e al dato relativo alle donne, maggiori vittime del disagio che riferiscono uno stato peggiore degli uomini in tutte le fasce d’età. Ma a pesare di più, ha affermato Coppola è il dato giovanile: serve una sensibilità maggiore al tema e non bisogna dimenticare che una delle cause di ansia in età precoce è anche il cambiamento climatico. Ciò ha determinato un aumento della domanda di intervento psico-sociale, ha aggiunto, e per molte persone è anche difficile accedere al servizio. Il tema è da collegare alle cure primarie, ha aggiunto, si deve tenere come punto fermo la salute psicologica delle persone, il malessere in questo senso viene ora trattato come tutte le altre malattie, senza tabù. Coppola ha quindi ricordato la bocciatura nel 2022 del bonus psicologo che ha portato diverse Regioni a muoversi autonomamente istituendo questo servizio. Poi il riferimento alla normativa provinciale vigente, un quadro in cui si potrebbe inserire il servizio di psicologia di base, sapendo che non si parte dall’anno zero.
Al termine dell’intervento di Coppola, Paolo Zanella (Pd), ha ricordato il ddl 13, di tema analogo, depositato al termine della scorsa settimana (è firmato da Paola Demagri, Francesco Valduga di Campobase, Paolo Zanella, Michele Malfer e Chiara Maule di Campobase, Francesca Parolari, Lucia Maestri, Mariachiara Franzoia, Michela Calzà e Alessio Manica del Pd), una situazione ha rilevato già verificatasi nella scorsa legislatura. Zanella ha chiesto di andare a trattazione unificata. La consigliera Coppola ha accettato la proposta della presidente Bosin di svolgere le audizioni in maniera congiunta, dicendo di non essere stata avvisata della presentazione del ddl depositato di recente, ma di essere comunque disponibile a integrare le risposte, vista l’importanza dell’obiettivo che si prefigge il ddl per l’intera provincia.
Anche l’assessore Mario Tonina, presente in commissione, si è detto convinto dell’opportunità di condividere un percorso unitario su un tale tema. Un parere su questo ddl in questo momento non sarebbe favorevole, ha anticipato, dovrebbe essere più completo, integrato. È giusto anche riconoscere quello che in questo momento si sta facendo su questo tema, che merita attenzione, ha aggiunto: dal confronto con la struttura è emerso che un importante lavoro viene già garantito attraverso le istituzioni sui territori; con l’approssimarsi delle Case della Comunità, la funzione psicologica sarà comunque ulteriormente integrata nel progetto di offerta socio sanitaria del territorio. Tonina ha ribadito l’opportunità di un lavoro su entrambi i ddl volto all’integrazione e ricordato che la Provincia ha avuto accesso in deroga ai Fondi ministeriali previsti dal Decreto legge 73 del 2021 che hanno consentito il potenziamento dei servizi territoriali e ospedalieri, anche con il reclutamento di psicologi. Tonina ha rimarcato il lavoro fatto durante l’assessorato di Segnana e nel 2023 e sottolineato che il ddl di Coppola non tiene conto della realtà trentina e di quello che già si sta facendo. La proposta, ha concluso, non può non tener conto della realtà locale, dell’elevata qualità dei servizi già esistenti, della crescente necessità, sia in ambito di età evolutiva che di età adulta, della ineludibile necessità di un lavoro di rete, non può ignorare le realtà e le uo già esistenti. Diverso sarebbe per Tonina ragionare su una proposta che veda una riorganizzazione complessiva delle funzioni psicologiche esistenti, con suddivisione chiara dei due livelli (la prevenzione e la promozione da una parte, la cura dall’altra) e la definizione dei necessari passaggi operativi sotto un’unica regia.
Eleonora Angeli (Noi Trentino per Fugatti presidente) ha descritto come importante il tema. Ciò che forse manca ed è opportuno approfondire è capire cosa sul territorio è stato fatto, cosa già c’è, come intervenire e con quali risorse anche tenendo conto delle case di comunità.
Stefania Segnana (Lega) ha detto di condividere le parole dell’assessore: bisogna fare tutte le valutazioni del caso visto che si ha l’opportunità di analizzare il tema. Ha ricordato che in Trentino c’è una psicologia distribuita su tutto il territorio con una sessantina di professionisti che operano su tutto il territorio e garantiscono la presa in carico direttamente. Un grande lavoro che va riconosciuto, ben strutturato. A domicilio ci sono i percorsi di cure palliative. Benvenga comunque un’ulteriore valutazione, si sarà in pieno appoggio delle valutazioni dell’assessorato. Il tema era ed è particolarmente all’attenzione con il Covid, ma anche già prima, ha assicurato; in Trentino l’offerta sul territorio è grande e di grande qualità del lavoro dei professionisti.
Le audizioni decise vedranno la consultazione di Azienda sanitaria, Ordine dei medici e Ordine degli psicologi, Consulta della salute.
Il ddl 2
Luca Guglielmi (Fassa) ha ricordato che il ddl era già stato presentato nella sedicesima legislatura a firma dei capigruppo e di essere stato stimolato dai ragazzi a ripresentarlo. Il testo, ha detto, introduce una tempistica chiara per il rinnovo del Consiglio dei giovani e interviene stabilendo la permanenza fino all’elezione di nuovi dei componenti presenti in rappresentanza della Consulta degli studenti decaduti ad esempio perché diplomati. Per snellire la procedura di individuazione dei rappresentanti del mondo associazionistico giovanile e universitario, ha aggiunto, il ddl individua questi tra i presidenti pro tempore dei piani d’ambito provinciali costituiti ai quali si aggiunge un componente individuato da questi ultimi di genere diverso da quello del presidente pro tempore. Guglielmi ha auspicato che la proposta possa entrare già in vigore nella legislatura attuale e presentato un emendamento per inserire due studenti dell’Università di Trento.
La vicepresidente della Giunta Francesca Gerosa si è detta d’accordo con il termine per la nomina, visto che oggi non c’è limite temporale. Al posto di 90 giorni ha proposto il termine di 120 giorni per allinearsi con le scadenze dell’insediamento della nuova Giunta. Sull’inserimento dei presidenti pro tempore nessuna contrarietà, ha aggiunto, solo una perplessità relativa al fatto di togliere i rappresentanti del mondo associazionistico. Vero che in caso di assenza si pone un problema legato al numero legale, ma si potrebbe trovare un compromesso sui numeri. Sulla designazione di uno o più invitati permanenti con rimborso spese ha espresso poi la necessità di approfondire: già oggi il Consiglio può invitare professionisti per approfondire date tematiche, non si sa se rendere strutturale la modifica agevoli o appesantisca i lavori. Andrebbero poi previste le risorse. Sull’articolo 2 del ddl ha detto di prestare attenzione a non ingessare i processi con il vincolo del parere del Consiglio.
Francesca Parolari (Pd) ha detto di apprezzare il tentativo di facilitare il lavoro dell’organo mettendo tempistiche e cercando di rivitalizzarlo. Il ruolo del Consiglio dei giovani in relazione alle politiche giovanili non è stato molto frequente: si auspica che, una volta costituito il nuovo Consiglio, ci sia una sollecitazione a interloquire con i soggetti che praticano le politiche giovanili nell’ambito dei piani giovani di zona. Parolari si è detta perplessa sul fatto che i 6 membri del mondo associazionistico siano sostituiti integralmente con i rappresentanti dei piani d’ambito: c’è un po’ il rischio di perdere un collegamento con il territorio che invece si deve rafforzare. Dal 2009, ha aggiunto, anno di approvazione della legge, è cambiato il mondo e il Consiglio dovrà ragionare sul suo modo di lavorare e di intercettare i bisogni dei giovani, serve una sollecitazione. Infine Parolari ha rilevato che gli uffici hanno già inviato la richiesta di indicazione dei 6 membri al mondo associazionistico con la scadenza di fine di febbraio: sarebbe antipatico individuare le persone e poi dir loro che non sono più necessarie.
A questo rilievo Gerosa ha risposto che fino alla modifica della normativa gli uffici devono procedere per stare nei tempi. Ha parlato della necessità di continuazione dell’attività del Consiglio: prevedere una proroga fino a sostituzione dei membri diplomati è fondamentale. Angeli ha chiesto quante siano state le convocazioni del Consiglio dei giovani nella scorsa legislatura e quali gli effetti rispetto alle operazioni di ascolto. Una volta, ha risposto Guglielmi, e ne sono nati due ddl, questo e un altro. Angeli ha quindi espresso l’auspicio che la situazione cambi con questa legislatura.
Le audizioni sul ddl 2 vedranno la presenza del Consiglio provinciale dei giovani.