Prevenzione e contrasto al gioco d'azzardo: un impegno sempre più urgente tra evoluzione digitale e nuove sfide sociali
Come spesso accade in questi casi, la consapevolezza di un fenomeno cresce quando è troppo tardi. È questo il caso del gioco d'azzardo, un problema che nel 2012 veniva percepito come una vera e propria piaga sociale, ma che oggi sembra essere scomparso dai radar dell'opinione pubblica. Durante il 25° Convegno del CONAGGA (Coordinamento Nazionale per i Gruppi di Giocatori d'Azzardo), che si è svolto a Trento, è emerso quanto il gioco d'azzardo online stia prendendo piede, portando nuove sfide e pericoli per le persone vulnerabili, in particolare i giovani.
L'incontro, intitolato “Scommesse sul Vuoto”, è stato un'occasione fondamentale per fare il punto sulla situazione attuale del gioco d'azzardo e sulle politiche di contrasto, spesso inadeguate. L'incontro è stato aperto da Giulia Tomasi, referente dell'Associazione AMA, che ha fatto una riflessione critica sulla diminuzione della consapevolezza riguardo al problema. Nel 2012, il gioco d'azzardo era visto come una emergenza sociale; oggi, la situazione appare più sfumata, complicata dalla forte crescita del *gioco online* e da politiche pubbliche che non hanno risposto come sarebbe stato necessario. Un problema che, secondo Giulia, richiede un rinnovato impegno nella prevenzione e nel contrasto al gioco d'azzardo patologico.
Rimanendo costantemente attenta a questa tematica, ho partecipato con interesse al XXV Convegno Nazionale sul Gioco d'Azzardo, che si è svolto nel Palazzo dell'Università di Sociologia a Trento, organizzato da AMA e Connaga. Dal febbraio 2012 mi impegno attivamente sul fronte del gioco d'azzardo, quando, in qualità di consigliera comunale, ho presentato una mozione contro il gioco d'azzardo, approvata all’unanimità dal Comune di Trento. Questo passo ha dato il via a una serie di iniziative di prevenzione e sensibilizzazione che hanno coinvolto sia il Comune che la Provincia. Successivamente nella mia posizione attuale di consigliera provinciale e regionale, ho anche proposto un’interrogazione che ha avuto risposte scritte, confermando l’aggiornamento della mozione del 2012
Dopo aver partecipato a questo convegno, che mi ha dato nuove informazioni importanti e preoccupanti sul fenomeno, posso dire che il gioco d'azzardo non è solo un comportamento a rischio, ma ormai una vera e propria patologia. La crescita del gioco online e l'aumento dei disturbi legati ad esso richiedono un nuovo approccio alla prevenzione, in particolare nell'ambito della salute mentale.
Durante il convegno, diversi esperti hanno portato il loro contributo su un tema che continua ad evolversi, con il *gioco d'azzardo* che assume nuove forme, sempre più legate alla tecnologia e all'online.
Miriam Vanzetta, direttrice dell'Associazione AMA di Trento, ha sottolineato la crescita dell'associazione e il lavoro svolto dal 1995 per sensibilizzare sul gioco d'azzardo e promuovere gruppi di auto-muto-aiuto. Ha ricordato anche l'importanza della legge provinciale del 2015 contro il gioco d'azzardo, pur riconoscendo che la lotta è ancora lunga.
Enrico Manferrari, presidente di Conagga, ha discusso dell'evoluzione del gioco d'azzardo, con un focus sul gioco online e sui nuovi fenomeni come il trading sportivo. Ha evidenziato come il marketing moderno sfrutti manipolazioni psicologiche per influenzare le scelte dei giocatori, soprattutto tra i giovani. La sua analisi ha messo in luce l'importanza di comprendere l'impatto della tecnologia sul *gioco d'azzardo* e sul comportamento umano.
Anche gli altri interventi sono stati illuminanti: Miguel Benasayang ha proposto una riflessione sull'alienazione e sull'etica del gioco d'azzardo, mentre Claudia Luppi ha esaminato l'aumento vertiginoso del gioco online dal 2006 a oggi. I dati mostrano un preoccupante incremento dei comportamenti problematici, soprattutto tra i giovani, con il 12% degli studenti che ha già sperimentato il gioco d'azzardo online. Questo fenomeno è aggravato dalla presenza di Lootbox nei videogiochi, che costituiscono una porta d'accesso al gioco d'azzardo per molti ragazzi.
Un altro è stato quello della dottoressa Regoli, che ha presentato uno studio sull'effetto del lockdown del 2020 sul gioco d'azzardo in Trentino. Lo studio, condotto con l'Università di Trento, ha coinvolto 77 partecipanti, di cui molti avevano una dipendenza grave da slot machines (WLT) e soffrivano anche di disturbi psichiatrici, come ansia e depressione. Durante il lockdown, l'isolamento ha aggravato i disturbi del sonno, aumentando l'irritabilità e l'ansia, con un impatto negativo sui comportamenti di gioco d'azzardo.
I risultati hanno evidenziato una difficoltà crescente nell'accesso ai servizi di supporto, con una riduzione dei nuovi utenti nonostante l'aumento dei casi di gioco d'azzardo problematico. Per affrontare questa situazione, è necessario rafforzare i servizi di prevenzione, aumentando l'accessibilità e diversificando le offerte di trattamento, come trattamenti brevi e residenziali. Inoltre, è fondamentale potenziare la *prevenzione* nelle scuole, concentrandosi sullo sviluppo delle life skills nei giovani.
In conclusione, il convegno ha rappresentato un'importante opportunità di confronto, ma anche un'occasione per fare il punto sulla situazione del gioco d'azzardo. Il fenomeno sta cambiando, ma il nostro impegno deve essere più forte e mirato, con un approccio che integri politiche di prevenzione, supporto ai soggetti a rischio e una riflessione seria su come l'industria del gioco online sta influenzando le abitudini di gioco.
Stiamo lavorando, con l’Associazione AMA, alla redazione di una nuova mozione che affronti in modo concreto e aggiornato la lotta contro il gioco d'azzardo, con l’obiettivo di garantire un futuro senza rischi per le persone più vulnerabili.


