La garante dei diritti dei detenuti a fine mandato, Antonia Menghini, sta tracciando in sala Donna, a palazzo della Regione, un approfondito punto pubblico sul tema davvero drammatico dell'“Emergenza carceri: suicidi e sovraffollamento. La situazione italiana e quella della casa circondariale di Spini”.
Ha introdotto con un saluto il presidente del Consiglio provinciale, Claudio Soini, che ha anzitutto salutato in sala i numerosi consiglieri presenti - Valduga, Coppola, Malfer, de Bertolini, Parolari, Angeli, Zanella, Franzoia - i relatori della conferenza e la coordinatrice dei volontari che operano dentro il carcere di Spini, Lucia Fronza Crepaz. Soini ha condiviso l'urgenza che la politica trentina si occupi della casa circondariale di Spini, che pure è gestita dallo Stato, preoccupandosi di favorire tutte le iniziative per l'attivazione di occasioni lavorative per i detenuti e per costruire reali percorsi di recupero alla società.
Il quadro tracciato dalla garante, prima di passare la parola alla direttrice del carcere Anna Rita Nuzzaci e al presidente della Camera penale di Trento, avv. Roberto Bertuol, è davvero preoccupante. Manca personale (in particolare all'ufficio contabilità della struttura, snodo organizzativo strategico), crescono le presenze di detenuti, soffrono le attivazioni di iniziative trattamentali, di conseguenza rimangono elevati i casi di autolesionismo tra i detenuti e finanche dei suicidi. Un dato positivo è l'arrivo di un buon numero di educatori, che si auspica possano contribuire a un miglioramento della vita carceraria a Spini.
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