Nella seduta di ieri mattina del Consiglio Provinciale, a seguito della purtroppo ennesima tragedia perpetrata ai danni di infanti in questi mesi, data la mia Mozione approvata dal Consiglio lo scorso giugno, dove si impegnava ad avviare un confronto con Azienda provinciale per i Servizi Sanitari (APSS) per individuare i luoghi più adatti per l'introduzione sul territorio provinciale di una o più presidi di "culle per la vita" e a promuovere una campagna di informazione sulle possibilità di partorire in sicurezza in Ospedale nel pieno anonimato, come già previsto dalla legge e già possibile anche in Provincia di Trento, come da procedure stabilite dall’APSS.
Il 2 febbraio si è celebrata la Giornata Mondiale per la Vita, ho quindi deciso di interrogare la Giunta provinciale per sapere quale fosse lo stato di attuazione della mozione e quindi se si sia proceduto, assieme ad APSS, nell’individuazione di uno o più sedi sul territorio adatte all’installazione delle “culle per la vita” e a che punto sia la realizzazione della campagna di informazione sulle possibilità di partorire in sicurezza in ospedale nel pieno anonimato.
Le culle per la vita sono moderne ruote degli esposti che garantiscono la piena riservatezza e discrezione della donna e le consentono di scegliere per la vita del bambino: un antidoto all’abbandono e alla messa a repentaglio della vita dei bambini.
In Italia le culle per la vita sono 57, mentre sono solo 5 le Regioni che ne sono sprovviste: Calabria, Friuli Venezia Giulia, Molise, Sardegna e Trentino Alto Adige.
L’importanza di questo presidio sul territorio è dimostrata anche dalle più recenti cronache: dopo il caso del ritrovamento di due neonati sepolti lo scorso settembre a Parma, è dei primi di febbraio la notizia del bambino ritrovato sul balcone milanese. Le culle per la vita hanno l’ambizione di essere un’alternativa a tali tragedie.
Dalla risposta dell’Assessore Tonina, che sotto riporto, è evidente una collaborazione attiva tra Assessorato all’Istruzione e alla Salute a livello di prevenzione e comunicazione con progetti come “Educhiamo”, con l'obiettivo di accompagnare gli studenti e le studentesse in una riflessione per promuovere il senso di responsabilità verso il benessere relazionale, affettivo e sessuale e sviluppare una visione rispettosa dell'individualità, e “Conoscere il Consultorio”, a cui ha partecipato la quasi totalità degli istituti scolastici, rivolto a studenti e studentesse delle classi 2^ degli Istituti Secondari di Secondo Grado e degli Istituti di Formazione Professionale.
Ma rispetto a quanto dichiarato oggi in aula, è evidente che APSS non si sia ancora mossa per individuare un luogo adatto per l’installazione di una “culla per la vita”. Ricordo che il Consiglio Provinciale ha votato favorevolmente alla realizzazione di una o più “culle per la vita”, e questo prescinde dall’attività di informazione rispetto al parto in anonimato. Terrò quindi presidiata la realizzazione di almeno una culla per la vita nella nostra Provincia.
In risposta, l’Assessore Tonina ha affermato:
"L’APSS è impegnata nella tutela della maternità e paternità e nella tutela della procreazione responsabile. In tutte le scuole secondarie di primo grado viene offerto il progetto "Educhiamo", con l'obiettivo di accompagnare gli studenti e le studentesse in una riflessione per promuovere il senso di responsabilità verso il benessere relazionale, affettivo e sessuale e sviluppare una visione rispettosa dell'individualità.
La quasi totalità degli istituti scolastici partecipa anche al progetto "Conoscere il consultorio", rivolto a studenti e studentesse delle classi 2^ degli Istituti Secondari di Secondo Grado e degli Istituti di Formazione Professionale, con gli obiettivi di:
- promuovere l'accesso diretto al Consultorio da parte della popolazione giovane e far conoscere i principi di salute affettiva e riproduttiva e procreazione responsabile (approccio sociosanitario), diffondendo la cultura e i principi che promuovono la prevenzione della violenza di genere;
- promuovere la conoscenza dei servizi offerti dai Consultori alla fascia di utenti in età adolescenziale;
- facilitare l'accessibilità al servizio e alle consulenze offerte nell'ottica del rispetto di alcuni principi: rapporto di fiducia, riservatezza e linguaggi adatti ai giovani;
- promuovere un lavoro di rete e integrazione fra scuola e Consultorio per favorire la conoscenza e l'utilizzo dei servizi offerti.
I consultori sono presidi capillari sul territorio, cui si rivolgono oltre il 93% delle donne con test di gravidanza positivo. Il percorso nascita trentino prevede un colloquio di un'ora con un'ostetrica volto alla presa in carico della donna sin dall'inizio della gravidanza. La valutazione dell'ostetrica comprende anche l’analisi della situazione familiare, lavorativa e gli elementi di difficoltà che la donna decide di portare nel colloquio.
I consultori del Trentino sono luoghi accoglienti, dove le donne trovano il coraggio di esprimere le loro fragilità. Non a caso, in Trentino non si sono verificati casi di abbandono di neonati. Attraverso la presenza capillare, l'accoglienza e l'ascolto, si possono prospettare alle donne tutte le opportunità che consentono di partorire in sicurezza attraverso il parto in anonimato, garantito in tutti i punti nascita.
Il parto in anonimato consente di evitare rischi per la salute delle donne e la vita dei neonati, prevenendo situazioni in cui si partorisce senza assistenza qualificata per poi lasciare un neonato in una “culla per la vita”.
È attiva la presa in carico precoce nei consultori diffusi sul territorio e l’offerta del parto in sicurezza per madre e neonato presso tutti i punti nascita, con la possibilità di partorire in pieno anonimato, come già previsto dalla legge e già possibile anche in Provincia di Trento, come da procedure stabilite da APSS.
L’impegno della Provincia autonoma di Trento e di APSS è quello di garantire accoglienza e aiuto alle donne e alle coppie che vivono una situazione di difficoltà e fragilità durante la gravidanza.
"La culla per la vita" potrebbe essere un’estrema alternativa per le donne che non dovessero seguire i percorsi offerti nella nostra Provincia, garantendo le adeguate cure al neonato."