ELEONORA ANGELI
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Eleonora Angeli

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Culle per la vita

06/06/2024 11:46

Eleonora Angeli

ARTICOLI, POLITICA ELEONORA ANGELI,

Culle per la vita

presidi di libertà e vita

ANGELI (NOI TRENTINO):

“CULLE PER LA VITA. PRESIDI DI LIBERTA’ E VITA”


In occasione del Consiglio provinciale convocato questa settimana, ho depositato una proposta di mozione con cui si chiedeva l’impegno della Giunta provinciale a garantire anche sul territorio trentino l’introduzione di almeno una “culla per la vita”.
Si tratta di un presidio che garantisce alle donne che partoriscono di poter affidare il bambino in mani sicure rimanendo nel pieno anonimato. Il neonato, che per qualsiasi motivo non possono o non voglio crescere, può essere deposto in apposite nicchie riscaldate e collegate ai soccorsi tramite sensori e allarmi. 
É uno strumento di doppia tutela: la prima, per la vita e l’incolumità del neonato che non sarà così abbandonato nei cassonetti; la seconda, per la libertà della donna che decide di non essere madre pur potendo dare alla luce il bambino.
Peraltro, la normativa nazionale, prevede che sia possibile recarsi in ospedale per partorire in anonimato e senza riconoscere il bambino, ma in piena sicurezza per la madre che è assistita da professionisti sanitari, in luoghi adeguati e in presenza delle necessarie condizioni igieniche.
Questa possibilità, tuttavia, risulta statisticamente poco conosciuta e per questo, purtroppo, talvolta non utilizzata.
Per tali motivi, la mozione – concordata con la Giunta - chiede di tutelare l’incolumità e la vita di neonati indifesi, dando alle madri la possibilità di non abbandonarli in luoghi non consoni ma di affidarli alle culle per la vita, avendo certezza della loro presa in carico da parte dei servizi competenti. In aggiunta, si sollecita la promozione di una campagna d’informazione sulla possibilità di partorire in sicurezza in ospedale nel pieno anonimato.
Preme precisare, inoltre, che in entrambi le ipotesi portate all’attenzione, alla madre è riconosciuto dalla normativa un termine congruo per riflettere e vedersi riaffidato il bambino, qualora decidesse di crescerlo.
È stata una grande soddisfazione per la sottoscritta essere prima firmataria di questa mozione che, in sede di deposito, ha trovato l’adesione di molti altri colleghi e, in Aula, il voto favorevole di tutti i consiglieri presenti, salvo un'astensione.
Un’iniziativa di civiltà a tutela della libertà delle donne e della vita e salute dei neonati, le creature più deboli e indifese.

 

LE CULLE OLTRE A SALVARE BAMBINI DIFFONDONO IL MESSAGGIO CHE C’E’ UNA
COMUNITÀ PRONTA A PRENDERSENE CURA
Aiutare mamme in difficoltà e soprattutto salvare piccole vite indifese.
Sono una sessantina le culle termiche aperte dal 1992 in Italia, dalla Val d’Aosta alla Sicilia.
Mancano TAA, FVG, Molise, Calabria e Sardegna. La prima culla per la vita ad essere aperta è stata quella di Casale Monferrato, in Piemonte, nel 1992 e a seguire ad Aosta nel 1993. Vengono promosse da associazioni, fondazioni, ospedali, parrocchie, istituti religiosi, Comuni, Aziende sanitarie. Le culle per la vita hanno sostituito la medievale ruota degli esposti soppressa nel 1923. Sono speciali incubatrici che all’esterno garantiscono l’anonimato ma all’interno sono monitorate 24 ore su 24, sono riscaldate all’interno, monitorate da una videocamera, collegate a un allarme acustico e visivo che informa tempestivamente della deposizione di un neonato. Il totale anonimato per una
madre che non vuole tenere con sé un figlio, sapere di poter essere rintracciata costituirebbe un forte incentivo di soluzioni ancora più drammatiche, come l’aborto o l’infanticidio; soluzioni che
toglierebbero la vita al bambino, anziché aprirgli la possibilità di rinascere, come figlio adottivo.
Il parto in anonimato in Italia è un diritto.
Le culle per la vita diffondono il messaggio che oltre a salvare bambini c’è una comunità pronta a prendersene cura. A noi non spetta giudicare ma solo tutelare madre e bambino.
Alla base di una scelta così dolorosa per la mamma c’è spesso un forte disagio psichico e sociale (37,5%), la paura di perdere il lavoro, difficoltà economiche (19,6%), anche i problemi di salute e le disabilità del nascituro spaventano. Mamme che partoriscono a casa, sole, spesso a termine di una gravidanza indesiderata o nascosta.
Le culle per la vita garantiscono le stesse garanzie e diritti del parto in anonimato in ospedale.
Se abortire per la donna è un diritto sancito dalla legge...ritengo si debba lavorare anche per prevenire l’aborto stesso e tutelare ogni vita umana.
Cosa succede quando un neonato è stato lasciato in una culla termica o in ospedale? Viene affidato alle cure dei medici, che avvisano la direzione sanitaria o l’assistente sociale; il caso è segnalato al Tribunale per i minorenni competente. La dichiarazione di nascita viene resa dal ginecologo o dall’ostetrica e sul certificato compare “nato da donna che non consente di essere nominata” e il tribunale dichiara subito lo stato di abbandono e l’adottabilità” Tuttavia la procedura di adozione si sospende se uno dei genitori chiede al Tribunale per minorenni di avere tempo fino a 2 mesi per riconoscere il figlio, durante i quali deve essere mantenuto il rapporto con il bambino. Un’altra sospensione è prevista in caso di madri con meno di 16 anni, soglia minima per il riconoscimento del figlio, fino al raggiungimento dell’età prevista.” In alcuni casi il neonato è accolto da una
famiglia affidataria.
Volume “Il parto anonimo profili giuridici e psicosociali dopo la dichiarazione di
incostituzionalità”(Arteretra edizioni).
Alcuni dati:
- La Germania ha introdotto le culle per la vita nel 2000, in Germania sono stati 1000 i neonati salvati grazie alle culle per la vita. In Germania la mamma che affida il figlio a una culla per la vita ha 8 settimane per cambiare idea e tornare a riprenderlo dopodichè il bambino va in adozione.
Ogni anno in Italia sono circa 400 i neonati che non vengono riconosciuti alla nascita, secondo una ricerca condotta dalla Società Italiana di Neonatologia, in base ai dati diffusi dal Tribunale Minorile, su 550mila bambini nati, circa 400 vengono rifiutati dai genitori. La maggior parte, il 62,5% sono figli di donne straniere. Il disagio economico e sociale dietro la scelta. Sono i casi all’interno degli ospedali quelli in cui la mamma decide di non riconoscere il bambino e partorire in anonimato, ricordiamo possibile con la Legge italiana. Sono decine però anche i parti in casa o in strutture e gli abbandoni che diventano tragedie.
- dato del 2015 in Italia circa 3mila neonati vengono rifiutati al momento della nascita e di questi solo 400 vengono salvati perché abbandonati al riparo nelle culle per la vita o all’interno degli ospedali, degli altri si perde traccia o si ritrovano troppo tardi.
Un tema fondamentale è rappresentato dalla conoscenza da parte delle donne della possibilità, prevista dalla normativa nazionale (DPR 396/2000), di parto anonimo e delle culle per la vita.
Secondo quanto raccolto dall’Osservatorio “Ninna Ho” in collaborazione con l’associazione italiana di neonatologia, riferito al periodo luglio 2013-giugno 2014, le donne apprendono soltanto in ospedale della possibilità di partorire in anonimato (19,6%), il 14,3% viene a conoscenza grazie ad Associazioni di volontariato e il 5,4% tramite amici, scuola e Chiesa.
Per quanto riguarda, invece, le culle per la vita, soltanto il 10,7% delle donne è al corrente della loro esistenza in Italia.
Gli elementi da cui partire, quindi, ritengo siano due, affatto ideologici e molto concreti:
- il primo è rappresentato dall’agire in qualsiasi modo possibile per garantire la massima tutela della libertà delle donne, a maggior ragione in situazioni di difficoltà, assicurando loro tutti gli strumenti per poter decidere in piena libertà e consapevolezza riguardo la maternità e la nascita del bambino, oltre a garantire la sicurezza per la salute e per la vita loro e del bambino qualora decidano di partorire;
- il secondo è un dovere a impegnarsi affinché tutti, donne e uomini, siano notiziati e possano conoscere le strade percorribili, i supporti presenti e previsti dalla legge e il sostegno che deriva dall’abbracciare quel percorso.
Significa diffondere e sensibilizzare, attraverso tutti gli strumenti disponibili, sulla possibilità di partorire in anonimato presso le strutture ospedaliere, non riconoscendo il bambino e con facoltà di ripensarci entro congruo termine. Questo vuol dire, per la donna vedersi assicurate condizioni igieniche e cure idonee, competenza e professionalità che altrove non avrebbe, ma significa anche scegliere per la vita e la sicurezza del bambino, che verrà affidato al personale sanitario per gli adempimenti necessari.
La scelta di queste donne non viene giudicata, esse vengono assistite e supportate, qualsiasi sia la loro decisione.
Infine, far conoscere le culle per la vita e l’importanza di optare per un presidio di questo tipo a garanzia dell’anonimato della persona che affida il neonato alla moderna ruota degli esposti, ma anche per quel neonato che sarà preso in carico da persone competenti senza alcun rischio per la sua salute e incolumità.
Purtroppo i casi di abbandono di neonati sono ancora frequenti, le cronache soltanto nel mese di maggio 2024 ci riportano almeno 4 casi noti in Italia, per lo più con esiti tragici.
Questo deve indurci a un cambio di rotta, a una maggior empatia e compassione verso le donne che si trovano di fronte a una gravidanza inattesa o non voluta, un impegno a farle sentire accolte e non
giudicate, a informarle per permettere loro di scegliere in piena consapevolezza e libertà e magari salvare delle vite.
Contrariamente a quanto qualcuno potrebbe sostenere, non si tratta di incentivare l’abbandono.
Tutt’altro! È un messaggio alle madri disperate che sanno di affidare i loro figli in mani sicure, con la consapevolezza di poterci riflettere per un termine congruo fino a poter decidere di vedersi riaffidato il bambino, qualora decida di crescerlo.
In realtà, possiamo definirlo un vero e proprio antidoto all’abbandono e alla messa a repentaglio della vita dei bambini.
La culla per la vita assicura la tutela dell’incolumità del neonato.
Le culle dicono che si può passare dalla solitudine alla condivisione.
Le culle salvano vite indifese.

 

 

https://www.rainews.it/tgr/trento/articoli/2024/06/in-trentino-sara-introdotta-la-culla-per-la-vita-si-del-consiglio-provinciale-99f8ba6b-bec3-4e76-a23b-4322d4728bd7.html

 

 


 

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