Una serata di emozioni, riconoscimenti e riflessioni per chiudere un anno dedicato alla partecipazione e alla solidarietà, con uno sguardo verso il futuro.
La Cattedrale di San Vigilio, con i suoi 1700 anni di storia, ha ospitato ieri sera la cerimonia conclusiva di Trento Capitale Europea del Volontariato 2024. Un anno straordinario si è chiuso con il passaggio di testimone a Mechelen, la città delle Fiandre che porterà avanti questo prestigioso titolo nel 2025. Nel corso della serata, Maia, in Portogallo, è stata proclamata Capitale per il 2026, confermando il valore crescente del volontariato in Europa.
L'avventura di Trento come Capitale del Volontariato era iniziata ufficialmente lo scorso febbraio con un’inaugurazione al Palazzetto dello Sport, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Durante questo anno, i volontari hanno dimostrato come il loro operato sia linfa vitale per una comunità.
Il Presidente aveva sottolineato: “I volontari ci hanno indicato una strada: quella della partecipazione, senza la quale non c'è democrazia; della concretezza, per non essere velleitari; e della generosità, antidoto alla solitudine.” Il sindaco di Trento ha ribadito questo concetto, dichiarando: “È stato dato spazio a un pensiero radicato e pervasivo: il volontariato, la massima espressione della civiltà.” Giorgio Casagranda, uno dei principali promotori, ha aggiunto: "Viviamo il desiderio di rendere più umana la comunità."
La serata è stata aperta dal canto di speranza Bánÿaá ma sé eseguito dai bambini della Velàschmid Buskers Orchestra, diretti dal maestro Federico Bortoli, che ha emozionato il pubblico con le parole "Non è la rabbia che ci salverà."
Uno dei momenti più toccanti è stato il riconoscimento a Carmen Bridi, volontaria di Valsorda, a cui è stata consegnata l’Aquila Ardente di San Venceslao, simbolo di dedizione e passione. La performance della Rete “Un viaggio di persone con disabilità e volontari” ha poi messo in scena una riflessione potente sulla fragilità e sull'incontro:
"Un viaggio di persone con disabilità e di volontari. Un viaggio dove non esiste diversità, non esiste normalità, ma esiste la ricerca per una comune umanità. Un viaggio all'interno delle storie di ognuno di noi.
Storie che hanno cadute, fratture, fragilità. Storie alle volte di fatica. E abbiamo cercato di provare a pensare a cosa non è delicato. Beh, non è delicata l'indifferenza. Non è delicato spostare lo sguardo e fingere che quel problema non sia anche nostro. Non è delicato pensare che la fragilità o la diversità debbano fare paura.
È delicato invece sapersi incontrare. È delicato imparare dalla fragilità. È delicato pensare che il braccio emiparetico di una delle nostre attrici possa diventare un gesto coreografico da condividere insieme.
È delicato l'incontro delle persone. Incontri che noi, come Cooperativa Sociale della Rete, abbiamo avuto occasione in tutti questi anni di vedere con le centinaia di volontari che sono passati. I volontari che davvero la delicatezza dell'incontro dell'altro in cui poi il dare e il dono si fonde nel ricevere, nell'incontrarsi tra persone buone, nel riconoscersi ognuno con le proprie fragilità, ognuno capace poi di potenzialità."
L’anno come Capitale Europea del Volontariato lascia a Trento un bagaglio di strumenti, esperienze e connessioni destinate a portare frutti duraturi. Come sottolineato dal Presidente della Provincia Autonoma, Maurizio Fugatti: "Il volontariato è uno degli elementi costitutivi dell’identità trentina. Non c’è famiglia in Trentino che non respiri il valore del volontariato."
Trento non è più soltanto una città: è stata una Capitale di umanità, di valori e di speranza. E mentre passa il testimone a Mechelen, si conferma un esempio di come il volontariato possa essere energia che trasforma, cura che unisce e fiducia che genera comunità.
Una celebrazione che ha toccato il cuore di tutti i presenti, ricordando che il volontariato non è solo un gesto, ma un modo di vivere e costruire il futuro.


